sabato 7 luglio 2012

RIPARTE IL MUSEO DEI 56 COMUNI DEL PARCO NAZIONALE DEL POLLINO



Riparte con successo il Museo dei 56 comuni del Parco Nazionale del Pollino. Il convegno di apertura dei lavori ha registrato un notevole ed inaspettato riscontro di presenze. Ma è stata soprattutto la qualità degli interventi che ha soddisfatto la numerosa platea. Il meeting culturale si è concluso con la visita alla nuova mostra multimediale-archeologica allestita con grande professionalità dallo staff composto da: Giovanni Martucci, Antonio Cozzitorto, Francesco Artuso, Angelo Martucci.
Ho ritenuto opportuno iniziare il mio breve intervento con la frase pronunciata da un ministro non molto tempo fa – Con la cultura non si mangia – dichiarò in un’intervista il politico. Eppure l’Italia possiede il 70/% del Patrimonio Culturale mondiale e gran parte delle entrate economiche proviene proprio dal turismo. Ma, fino a quando nel Parlamento italiano continueranno a sedere politici di tale levatura intellettuale, cioè prossima allo zero, la cultura continuerà ad essere vista come qualcosa che non porta da mangiare e quando ci sarà da fare tagli alla spesa, in momenti di crisi come quello attuale, queste menti povere e molto semplici che purtroppo ci governano penseranno come prima cosa a ulteriori tagli dei fondi per la cultura. I risultati di tale politica, purtroppo sono sotto gli occhi di tutti: il nostro Patrimonio artistico cade a pezzi, ricordiamo le tristi vicende che hanno interessato gli scavi di Pompei; il completo abbandono di importanti siti archeologici; la chiusura di molti musei; la mancanza di personale qualificato per la catalogazione dei milioni di reperti stipati nei depositi delle soprintendenze. La conseguenza è la diminuzione delle presenze turistiche annue e quindi un grave danno all’economia del paese che è basata quasi esclusivamente sul turismo, fatta eccezione per le regioni del Nord della Penisola le quali costituiscono solo il 35% circa del territorio nazionale. In considerazione di tutto ciò, abbiamo scelto come titolo di questo convegno “Si può fare Per una nuova politica dei beni culturali.

Siamo convinti che lo sviluppo è legato alla capacità di sfruttamento delle risorse presenti sul territorio e le nostre risorse sono costituite unicamente dal Patrimonio Culturale ed Ambientale, par cui la nuova politica deve andare in due direzioni: la salvaguardia e la valorizzazione.

Questa è la strada imboccata dall’amministrazione comunale di San Sosti. Il progetto del museo multimediale-archeologico, già ideato nel 2002 si è concretizzato nell’agosto del 2008 con l’allestimento di una mostra didattica temporanea di una campionatura di reperti provenienti dal territorio di San Sosti. L’esposizione, allestita grazie alla disponibilità della Soprintendenza Archeologica della Calabria e particolarmente della Dottoressa Silvana Luppino, è stata apprezzata da oltre 2000 visitatori in sei mesi e ben otto gite organizzate provenienti da diverse regioni italiane, anche grazie alla presenza del Santuario della Madonna del Pettoruto e del sito internet, che nel 2009 ha contato oltre 20.000 visitatori. Dopo due anni di inattività abbiamo pensato di far ripartire il museo dei 56 comuni del Parco, in collaborazione con la nuova Amministrazione Comunale con una nuova mostra didattico-scientifica. Abbiamo già allestito la mostra virtuale visitabile al piano superiore e speriamo di poter inaugurare per il mese di agosto la nuova mostra di una campionatura di reperti archeologici provenienti dagli scavi della vicina chiesa del Carmine e del Castello della Rocca condotti nel 2004 dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria in collaborazione con la Cattedra di Archeologia Cristiana e Medievale dell’Università della Calabria. Il laboratorio scientifico è curato e costantemente aggiornato, oltre dal sottoscritto, da altri tre giovani studiosi locali: Antonio, Giovanni e Francesco; si avvale, inoltre della preziosa collaborazione del dott. Stefano Carbone, ricercatore presso l’Ufficio della Soprintendenza Archeologica di Messina. Già nel 2008 Stefano ha partecipato attivamente ed a titolo gratuito alla catalogazione dei reperti ed all’allestimento della mostra conclusa nel mese di febbraio del 2009.

Siamo convinti che non mancherà il sostegno da parte delle istituzioni affinchè il museo “Artemis” dei 56 comuni del Parco ritorni ad essere il fiore all’occhiello dell’intero territorio e opportunità di auto-impiego non solo per le quattro unità già operanti al suo interno. Ecco che il bene culturale si trasforma in un plusvalore economico e occupazionale.

…SI PUO’ FARE…