venerdì 25 agosto 2017

Fatto saltare in aria con una carica di esplosivo un antico edificio

La foto, qui in alto è comparsa in una pubblicazione di qualche anno fa; è stata scattata negli anni 40.
La struttura che vedete è una masseria costruita nella metà dell'Ottocento sui resti di un antico santuario di età romana. Fin qui, niente di strano, "purtroppo", visto che era consuetudine costruire su strutture pre-esistenti allo scopo di utilizzarne i materiali e risparmiare fatica. Del resto, lo stesso Colosseo o l'Arena di Verona, per fare qualche esempio, furono utilizzati come cave per edificare gli edifici adiacenti.
In questo caso però, il reato è stato consumato non più di 10 anni fa, quando già era entrato in vigore il nuovo codice dei beni culturali e del paesaggio, conosciuto anche come codice Urbani dal nome dell'allora Ministro dei beni e delle attività culturali Giuliano Urbani, è un corpo organico di disposizioni, in materia di beni culturali e beni paesaggistici della Repubblica Italiana; emanato con il decreto legislativo del 22 gennaio 2004 n. 42. 
Questo "signore", proprietario del terreno in cui sorgeva l'antichissimo monumento, ha pensato bene di costruire la sua casa, nonostante avesse ettari di terreno a disposizione, proprio lì. E come demolisce il sito archeologico? Facendolo detonare con cariche di esplosive, facendolo saltare in aria, in parole povere! 
Tutto questo avveniva in contrada San Andrea, una piccola frazione nel comune di Malvito, sotto gli occhi incuranti delle autorità e con le autorizzazioni necessarie ottenute non si sa come...!
Da quello che si può vedere dalla foto, doveva trattarsi di un tempio romano databile tra il I e il II sec. d.C. con tre colonne in antis, cioè sulla fronte, poste su un alto podio. La monumentalità delle colonne indica un edificio cultuale di una certa importanza e la presenza di un abitato altrettanto importante da ricercare sul territorio circostante. 
La stupidità e il totale "menefreghismo" in materia di beni culturali da parte di chi invece dovrebbe tutelarli, hanno fatto si che perdessimo uno tra i più importanti tesori di tutta la valle dell'Esaro. Ancora una volta: viva la Calabria! Viva l'Italia! 


giovedì 10 agosto 2017

Continuano gli studi su L’ABITATO ROMANO DI PAUCIURI



Continuano gli studi su

L’ABITATO ROMANO DI PAUCIURI

I primi scavi archeologici degli anni ’80 condotti con metodi non del tutto scientifici e privi di un’esauriente documentazione archeologica, avevano portato ad identificare il sito come una statio o una villa di età romana.
Allo stato attuale delle ricerche tale tesi è ormai del tutto sperata: si tratta in realtà di un vero e proprio abitato molto esteso che comprendeva l’intera pianura fino alla località Larderia di Roggiano Gravina e in direzione Nord-Ovest fino alla località Casino della Costa. 
  Nymphaeum

L’area attualmente scavata e ancora in fase di studi, altro non è che un quartiere del grande abitato provvisto di un Nymphaeum (fontana monumentale pubblica), di latrine pubbliche, e almeno tre impianti termali (uno degli impianti è stato scavato alla fine degli anni ’80 e ricoperto): uno pubblico e l’altro privato; l’esedra, cioè un luogo di culto e centro culturale e di un grande portico colonnato.
 Esedra

Tomba monumentale-Esedra

Le ultime scoperte hanno smentito anche la datazione, troppo approssimata delle prime campagne di scavo; il primo nucleo abitativo di Pauciuri risale alla fine del III e gli inizi del secondo secolo a.C. sul quale si sovrappone un nuovo abitato tra il I e il II sec. d.C.
Ciò è documentato dal rinvenimento del grande horreum, un magazzino porticato e colonnato al cui interno si conservano ancora una serie di pithoi, grandi vasi per la conservazione delle derrate alimentari. Nel corso delle ultime ricerche è stata rinvenuta una struttura rettangolare che faceva parte dell’horreum e che abbiamo battezzato 
Casa dei Pithoi

“La Casa dei Phitoi”, dove si conservano 4 di questi grandi vasi. Sulla struttura, databile tra la fine del II e gli inizi del I sec. a.C., si sovrappone la terma pubblica e la natatio (piscina privata). In direzione Sud-Est è stata parzialmente scavata la terma privata che si sovrappone ad un edifico con pavimento in opus spicatum coevo alla Casa dei Pithoi.
Terma privata 

L’area Sud-Est dello scavo, in fase di studi, sembra essere abbandonata verso la fine del IV sec. d.C. per cause che allo stato odierno delle ricerche ci sono ignote.  
Il sito archeologico di Pauciuri, nel comune di Malvito, è tra i più interessanti, dal punto di vista archeologico perché, a differenza di molti altri, presenta una continuità insediativa anche dopo l’età romana e fino alla fase medievale alta (X-XI sec. d.C.).