La struttura che ospita
il Museo “Artemis” dei 56 comuni del Parco è stata recuperata con fondi
dell’Ente Parco Nazionale del Pollino come da giusta delibera n. 11640 del 12/11/2002 .
Il Museo del Parco, inaugurato l’8
Agosto 2008 con la mostra tematica temporanea di reperti archeologici
provenienti dal territorio del comune di San Sosti dal titolo “ARCHEOLOGIA UOMO
E TERRITORIO”, attualmente ospita la nova mostra didattico-scientifica
intitolata “TIMELINE – L’alta valle dell’Esaro, dall’età del Bronzo al
Medioevo”. La gestione della struttura museale è affidata all’Impresa “Martus”
che già da tempo svolge attività volte alla tutela, allo studio e alla
promozione del patrimonio archeologico del Parco Nazionale del Pollino e del
Patrimonio dello Stato.
L’edificio è tra i più antichi
del centro storico: nel corso dei lavori di restauro sono stati recuperati
alcuni frammenti di ceramica con decorazioni a bande rosse, utilizzati nella
fabbrica, risalenti al XII-XIII secolo e frammenti di coppi relativi allo
stesso periodo.
La muratura è stata realizzata
con grandi blocchi di arenaria posti a livello di fondazione, ripianati da
zeppe di pietre di fiume e cementati da uno spesso letto di malta di colore
grigio molto tenace. La stratigrafia muraria presenta diverse fasi edilizie, la
più antica è molto simile a quella del Castello della Rocca e dei Casalini,
databile, per analogia, al X-XI secolo. È molto probabile che il complesso
fosse utilizzato come carcere già in età angioina (XIII-XIV sec.), ciò è
attestato anche dalla presenza di un altro edificio posto in direzione
Nord-Ovest, a pochi metri di distanza. Si tratta di un’antica struttura di uso
militare, con feritoie per la difesa di forma circolare, oggi adibita ad
abitazione, che conserva ancora tracce di una torre quadrangolare sul lato
Sud-Ovest e la caserma al piano terre a
protezione della porta fortificata (u suppuartu) e del tratto Nord-Est del muro
di cinta dell’antico kastron di “Agios Sostis”, nochè del carcere, oggi sede
del Museo “Artemis”.
La struttura ho conservato la sua
antica funzione di luogo detentivo anche in età aragonese e borbonica e
utilizzata fino al 1996 come casa mandamentale.
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