In un'officina della Magna Grecia, forse della Sibaritide, fu fabbricata la scure martello conservata presso l'Antiquarium della University of Pennsylvania.
Si tratta di una scoperta molto recente grazie ai rapporti instaurati tra la casa editrice Martus Editore e il dipartimento di archeologia dell'ateneo statunitense.
Il reperto, come molti altri, si trova inspiegabilmente negli USA, così come la scure martello di Kyniskos si trova al British Museum di Londra.
Anche se somiglia solo vagamente alla scure martello di San Sosti, anche quella della Pennsylvania presenta una penna molto espansa, senza taglio, terminante a martello carenato sulla parte opposta, con l'immanicatura cilindrica. Mentre la nostra scure reca un'epigrafe in caratteri achei e lingua dorica sulla penna, che la rende assolutamente unica e preziosissima, quella della Pennsylvania presenta delle decorazioni fitomorfe sulla parte interna della penna, mentre quella sull'immanicatura richiama i motivi artistici della scure di San Sosti.
Le caratteristiche comuni tra i due oggetti che lasciano presupporre lo stesso "marchio di fabbrica" sono l'aspetto somigliante, le decorazioni sull'immanicatura e l'assenza di qualsiasi traccia di decorazione sul lato opposto che si presenta completamente liscio in entrambi i casi.
Ciò sottolinea che gli oggetti non avevano alcuna funzione pratica se non quella di offerta come ex-voto, per cui la parte ornata doveva sicuramente essere quella esposta.
In base alle caratteristiche stilistiche possiamo datare la scure della Pennsylvania alla fine del VI sec. a.C., coeva o poco successiva a quella di Kyniskos, forse anche questa offerta come decima ad un santuario della Magna Grecia.
Si tratta di una scoperta molto recente grazie ai rapporti instaurati tra la casa editrice Martus Editore e il dipartimento di archeologia dell'ateneo statunitense.
Il reperto, come molti altri, si trova inspiegabilmente negli USA, così come la scure martello di Kyniskos si trova al British Museum di Londra.
Anche se somiglia solo vagamente alla scure martello di San Sosti, anche quella della Pennsylvania presenta una penna molto espansa, senza taglio, terminante a martello carenato sulla parte opposta, con l'immanicatura cilindrica. Mentre la nostra scure reca un'epigrafe in caratteri achei e lingua dorica sulla penna, che la rende assolutamente unica e preziosissima, quella della Pennsylvania presenta delle decorazioni fitomorfe sulla parte interna della penna, mentre quella sull'immanicatura richiama i motivi artistici della scure di San Sosti.
Le caratteristiche comuni tra i due oggetti che lasciano presupporre lo stesso "marchio di fabbrica" sono l'aspetto somigliante, le decorazioni sull'immanicatura e l'assenza di qualsiasi traccia di decorazione sul lato opposto che si presenta completamente liscio in entrambi i casi.
Ciò sottolinea che gli oggetti non avevano alcuna funzione pratica se non quella di offerta come ex-voto, per cui la parte ornata doveva sicuramente essere quella esposta.
In base alle caratteristiche stilistiche possiamo datare la scure della Pennsylvania alla fine del VI sec. a.C., coeva o poco successiva a quella di Kyniskos, forse anche questa offerta come decima ad un santuario della Magna Grecia.
E' una scoperta sconvolgente! e se anche questa provenisse da San SoSti? Magari dallo stesso santuario di Era dal quale proviene l'ascia di Kyniskos?
RispondiEliminaE' una scoperta archeologica importantissima. Possibile che in tutti questi anni non si è saputo niente di un oggetto così bello e importante? L'oggetto è decisamente della fine del VI sec. a.C. o addirittura degli inizi del V. Sarebbe interessante sapere il punto preciso del rinvenimento. E' chiaro che due oggetti come questi siano stati fabbicati in un'officina di una certa levatura artistica che doveva trovarsi in una delle grandi poleis della Calabria centro-settentrionale: Crotone o più verosimilmente, Sybaris-Thurii. Visto, però, che la scure di Kyniskos proviene da San Sosti, sarei più propenso per Sybaris-Metapontion come luogo di fabbricazione.
RispondiEliminaComunque, mi devo complimentare con Antonio perchè sta diventando molto bravo e per il grande lavoro che sta facendo.
Sappiamo come è finita in America?
RispondiElimina