A CURA DI ANTONIO COZZITORTO.
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Io non sapevo che i Piemontesi fecero al Sud quello che i Nazisti fecero a Marzabotto ma tante volte, per tanti anni! E cancellarono per sempre molti paesi in operazioni “anti-terrorismo” come i Marines in Iraq. Non sapevo che nelle rappresaglie si concessero libertà di stupro sulle donne meridionali. Ignoravo che, in nome dell'unità della Nazione, i Fratelli d'Italia ebbero pure il diritto di saccheggio delle città meridionali e che praticarono la tortura. Non sapevo che in Parlamento un deputato paragonò la ferocia delle stragi al Sud con quelle di Attila! Né che si incarceravano i meridionali senza accusa, senza processo, con la definizione di “Briganti”perchè meridionali, anche se bambini briganti, donne briganti, o mogli, figli, consanguinei di briganti (sino al terzo grado di parentela) o persino solo paesani. Io credevo che i briganti fossero proprio briganti! Non anche soldati borbonici che difendevano il proprio paese invaso! Non sapevo che il paesaggio del Sud divenne come quello del Kosovo con fucilazioni di massa, fosse comuni e campi di concentramento dove i meridionali venivano squagliati nella calce. Né sapevo che i Fratelli d'Italia arrivati dal nord svuotarono le ricche casse del Regno delle due Sicilie e trasferirono insieme ai soldi un immenso patrimonio in oro per pagare i debiti del Piemonte. E mai avrei immaginato che i “Mille” fossero tutti avanzi di galera. Non sapevo che fino a quel momento il Regno delle due Sicilie (Calabria, Puglia, Campania, Basilicata e Sicilia) fosse uno dei paesi più industrializzate del Mondo (dopo Inghilterra e Francia). Io avevo sempre creduto ai libri di storia, al mito Garibaldi!
Il Nord visto dal Sud è Caino: da lì vennero quelli che, dicendosi fratelli, compirono al Sud il massacro più imponente mai subito da queste regioni. In tutto ciò il Sud è stato privato delle sue istituzioni, delle industrie, della sua ricchezza, ma soprattutto della sua gente. Quel che gli italiani venuti dal nord ci fecero fu così spaventoso che ancor oggi lo si tace, si tengono al buoi molti documenti ufficiali, si tengono al buio documenti che raccontano tutto ciò. Una parte dell'Italia, in pieno sviluppo, fu depredata e condannata a regredire dall'altra, che con il bottino finanziò la propria crescita e prese un vantaggio difeso con ogni mezzo, leggi incluse. I meridionali per Massimo D'Azeglio erano “carne che puzzava”, ma lui non teneva conto che si è sempre i meridionali di qualcuno, ed è un guaio, perchè vuol dire che chi stila graduatorie finisce in quelle degli altri. Ai giorni d'oggi l'aggressione leghista con i vari propositi di scissione dal Sud, ha indotto molti a sentirsi meridionali, a riscoprire la propria storia, al risveglio dell'orgoglio che ci contraddistingue. Quello che non capiscono è che loro non possono fare a meno di noi, se rinunciano al Sud, come quattro scriteriati vorrebbero, perdono un arto, come gli amputati. In fondo gli Italiani vanno al nord per lavorare…ma solo al Sud ritrovano l'anima.
Briganti e brigantesse
Testo i Brigante se more:
ammo pusato chitarre e tammorre
ca chesta musica s'ha' dda cagnà
simmo briganti e facimmu paura
e 'ca scuppetta vulimme cantà
e mo cantammo sta nova canzone
ca tutt' a gente se l'ha da mparà
nun ce ne fotte du re borbone
a terra è a nostra e nun s'adda tuccà.
Tutt'e paesi da basilicata
se so scetati e vonnu luttà
pure a Calabria mo s'è arrevutata
e sto nemico o facimmo tremà.
Chi ha visto o lupo s'è miso paura
nun sape buono qual'è a verità
o vero lupo che magna e creature
è o piemontese c'avimme caccià.
Omo se nasce, brigante se more
ma fino all'ultimo avimma sparà
e si murimmo menate nu fiore
e na bestemmia pè sta libertà.