domenica 25 settembre 2011

LA SCURE MARTELLO DI SAN SOSTI: CONTINUANO LE RICERCHE SULL'OGGETTO PIU' FAMOSO DELLA MAGNA GRECIA


Copia della scure martello di Kyniskos

Articolo a cura di Antonio Cozzitorto pubblicato su Martus Journal di settembre 2010
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È ormai noto che la scure martello fu rinvenuta a San Sosti, in provincia di Cosenza, nel 1846.
Tra il 1857  e il 1860 fu acquistata da Alessandro Castellani, un orafo romano, collezionista di opere d’arte. Alla sua morte la scure passò con l’intera collezione a Parigi ed infine, nel 1884 a Londra, presso il British Museum dove sono conservati altri preziosi reperti provenienti dall’Italia.
 Nel 1996, il sindaco pro-tempore del Comune di San Sosti, dott/ssa Silvana Perrone, sollecitava un’interrogazione parlamentare, presentata alla Camera dei Deputati dall’Onorevole Romano Caratelli, in merito alla controversia tra il Governo Italiano e quello Britannico circa la legittimità del possesso e la richiesta di restituzione del reperto più importante della Calabria.
 IL 20 giugno dello stesso anno il Ministro ai Beni Culturali Walter Veltroni comunicava al Sindaco di San Sosti di aver inoltrato la rivendicazione dell’oggetto al Governo inglese, senza tuttavia nessun esito. 
Altrettante sollecitazioni sono state prodotte per rettificare l’errata provenienza dell’oggetto: così compariva sul sito ufficiale del museo britannico “made in Sybaris from Sancta Sosti, Campania”. Oggi, compare con la giusta attribuzione di provenienza “…San Sosti, Calabria…”
Non è stata ancora, purtroppo, corretta la provenienza sulla targhetta descrittiva dell’oggetto esposta in vetrina di conseguenza, nel catalogo del museo londinese è contrassegnata come un reperto proveniente dalla Campania, come ci ha riferito una nostra giovane compaesana recatasi in visita al British nella prima settimana del mese di agosto 2010.
Ciò significa che il WebMaster del Museo ha preso in considerazione la richiesta di rettifica, peccato che non è stata la stessa cosa per gli studiosi britannici che continuano a ritenere, erroneamente, che l’oggetto provenga dalla Campania e non dalla Calabria.
Si spera che dopo tante sollecitazioni, sia stato finalmente rivisto e corretto il luogo di provenienza.
La scure martello è sicuramente uno tra gli oggetti più belli rinvenuti finora nella Magna Grecia.
Ma la sua importanza non è dovuta solo alla bellezza artistica, è il documento più antico, assieme alla tavoletta di Kleombrotos rinvenuta nell’Athenaion di Francavilla Marittima; è iscritta in alfabeto acheo e dialetto dorico, allora in uso in questa parte di territorio calabrese.
Fu fabbricata con molta probabilità in un’officina della polis greca di Sybaris verso la metà del VI sec. a.C. ed offerta in dono al santuario di Era situato in pianura, come dice l’epigrafe incisa sulla penna.
Vi sono delle controversie interpretative circa l’identità dell’offerente: la tesi più diffusa è quella del vittimario inteso come il sacerdote che compiva con l’oggetto sacrifici in onore della divinità arcaica, signora dell’Olimpo, sposa di Zeus. Studi recenti rivelano verità completamente diverse sia sull’oggetto che sull’offerente: intanto la scure non ha il taglio, ciò significa semplicemente che aveva solo funzioni votive e ornamentali, è l’oggetto stesso che rappresenta il segno distintivo della dea Era. Questo tipo di raffigurazioni, la dea con la scure, compare già nell’iconografia minoica nel III millennio a.C. e ancora, nella Tomba degli Atridi di età micenea (II millennio a.C.) scavata a Micene, nel Peloponneso. Tra i numerosissimi oggetti di corredo e votivi  rinvenuti all’interno della tolos vi sono tre statuette fittili di divinità femminile che mostrano una piccola scure martello, nella mano destra molto simile a quella di Kyniskos e due serpenti nella sinistra (Stefano Carbone). 
Kyniskos di Mantinea, nome comune molto diffuso in età arcaica, era, in realtà un atleta, che praticava il pancratio, uno sport molto simile al pugilato moderno. Vinse un’edizione dell’Olimpiade verso la metà del VI sec. a.C. dando, evidentemente spettacolo di questa particolare disciplina sportiva tanto che Policleto un secolo dopo gli dedicò una scultura in bronzo il quale lo ritraeva nell’atto di cingersi la testa con una corona di ulivo, simbolo della vittoria olimpica. La scultura, posizionata nell’area dei donari delfici, venne descritta da Pausania, storiografo greco del I sec. a.C.
Il termine “decima” che compare sulla scure rinvenuta, si riferisce alla decima parte della vittoria tributata alla divinità in segno di ringraziamento, come fece l’atleta sibarita Kleombrotos nel VI sec. a.C. il quale dedicò una tavoletta in bronzo alla dea Athena del santuario di Francavilla Marittima come ringraziamento per la vittoria olimpica.

CONTATTI TRA GLI ARCHEOLOGI DI SAN SOSTI E LA PENNSYLVANIA UNIVERSITY - ADESSO SPUNTA FUORI UN'ALTRA ASCIA COSTRUITA FORSE NELLA SIBARITIDE


Di Alessandro Amodio 25 Settembre 2011

lunedì 19 settembre 2011

PAUCIURI - RICOGNIZIONI DI SUPERFICIE E ANALISI DEL CONTESTO


PAUCIURI, ANALISI DEL CONTESTO TERRITORIALE

Antonio Cozzitorto, staff tecnico-scientifico Martus Editore
Giovanni Martucci, staff tecnico-scientifico Martus Editore
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Le strutture riportate alla luce durante gli scavi archeologici, abbondantemente trattate su questo sito, costituiscono solo una minima parte del grande abitato romano, ancora sepolto in località Pauciuri. Le ricognizioni di superficie e le prospezioni satellitari evidenziano un'area archeologica molto più vasta di quella attualmente visitabile, comunque, solo parzialmente scavata.
Sul lato Nord-Ovest dell'area scavata si notano una serie di edifici, alcuni di grandi dimensioni ed un complesso di stutture, di cui una absidata che potrebbe essere una terma.
Sul lato Sud-Est si distinguono chiaramente altri edifici, dei queli  due molto grandi. L'elemento più importante di tutto il contesto archeologico è la grande strada (Ancora sepolta)che attraversa l'abitato da Sud-Est in direzione Nord-Ovest.
Le ricognizioni di superficie nell'area Sud-Est, in direzione del lago di Roggiano Gravina, hanno evidenziato resti di strutture affioranti dal piano di campagna, una vastissima area di fittili, materiali architettonici e una notevole dispersione di frammenti ceramici.

Prospezioni satellitari



Pauciuri, scavi archeologici. Pianta.

sabato 10 settembre 2011

CONVEGNO: Tutela e valorizzazione dei Beni culturali - Presentazione del volume "TESORI DEL PARCO - civiltà a confronto - l'ideologia del potere nel mondo antico".



E' stata spostata al 12 Novembre la presentazione ufficiale del I volume "TESORI DEL PARCO - civiltà a confronto - l'ideologia del potere nel mondo antico".
L'opera, prodotta da Martus Editore, con il patrocinio del Parco Nazionale del Pollino, è una carta archeologica dei siti più importanti ed un itinerario turistico in uno dei parchi europei più belli in assoluto.
Per la vastità dell'argomento in questione, i curatori dell'opera hanno ritenuto opportuno trattare in questo primo volume i seguenti comuni del Parco: Chiaromonte (Pz), Tortora (Cs), San Sosti (Cs), Sant'Agata d'Esaro (Cs), Castrovillari (Cs), Francavilla Marittima (Cs).
Il testo scritto è prettamente scientifico, curato da: Angelo Martucci, Giovanni Martucci, Stefano Carbone, Antonio Cozzitorto. Espone i risultati delle richerche archeologiche sul territorio ricadente in tre province: Potenza, Matera e Cosenza e due regioni: Calabria e Basilicata e l'analisi dei materiali archeologici provenienti da scavi e da ricognizioni di superficie.
La presentazione del volume avverrà nel corso del convegno dal titolo "Tutela e valorizzazione dei Beni Culturali", che si terrà presso la sede della Comunità Montana "Unione delle Valli" di Malvito, organizzato dalla casa editrice Martus Editore e dal Parco Nazionale del Pollino.
L'evento culturale, moderato da Alessandro Amodio, corrispondente della Gazzetta del Sud, affronterà le tematiche sulla tutela e volorizzazione del Patrimonio archeologico, troppo spesso dimenticato dalle istituzioni, in particolar modo in questa parte di territorio della penisola italiana.


MODERATORE:
corrispondente della Gazzetta del Sud, ALESSANDRO AMODIO

ITERVENTI:
. Presidente del Parco Nazionale del Pollino, On. DOMENICO PAPPATERRA
- Staff tecnico-scientifico Martus Editore, ANTONIO COZZITORTO
- Soprintendenza Archeologica della Calabria per la Sibaritide, Dott.ssa SILVANA LUPPINO
- Direttore del Dip. di Archeologia e Storia delle Arti dell'Unical di Rende, Prof. GIUSEPPE ROMA
- Editore, Dott. ANGELO MARTUCCI
- Psicologo Cognititvo, specializzando in Neuroscienze Cognitive Dott. GIOVANNI RIMOLA
- Capo gruppo di minoranza del Comune di San Sosti, Prof. VINCENZO DE MARCO
- Presidente della Giunta Provincia di Cosenza, On. GERARDO MARIO OLIVERIO
- Assessore alla Cultura Regione Calabria, On. MARIO CALIGIURI

ALTRI INTERVENTI:
- Sindaci del Parco del Pollino
- Sindaci della Valle dell'Esaro