martedì 26 marzo 2013

“L’UOMO DEL PARCHEGGIO” Il confronto del DNA non lascia dubbi è Riccardo III Plantageneto -"THE MAN OF THE PARKING" The comparison of DNA leaves no doubt is Richard III Plantagenet


Articolo pubblicato su "Martus Journal" di Febbraio 2013 a cura di Giovanni Martucci
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L'asfalto di un parcheggio aveva inghiottito l'ultimo Plantageneto. Quel re sanguinario era lì sotto, a Leicester, dimenticato da oltre cinque secoli. La storia lo ricorda come uno dei sovrani più spietato e sanguinario d’Inghilterra, proprio come suo zio Edoardo IV Plantageneto, soprannominato il Principe Nero per il colore dei suoi abiti e per la sua crudeltà. Quest’ultimo è stato reso celebre dal film capolavoro “Braveheart” che vede come protagonista un ottimo Mel Gibson. Le ossa ancora intatte dell’ultimo dei Plantageneto, con i segni sul cranio dell'ultima battaglia. Ritrovato per caso. Quando, nel 2012, gli archeologi chiesero il permesso di scavare nel centro di Leicester, città che è nel cuore dell'Inghilterra, pensavano ad altro. Non al Plantageneto cresciuto nello Yorkshire, divenuto duca di Gloucester, incoronato il 6 luglio 1483 a Westminster. Pensavano piuttosto di andare alla ricerca di un antico convento distrutto nel Cinquecento, volevano e ne erano sicuri che saltassero fuori le fondamenta della chiesa francescana. Ma è accaduto il più classico degli imprevisti. Buttando all'aria la colata di cemento e scavando un po' hanno visto quello scheletro con i segni evidenti di una sofferenza spinale, con i segni di una lama conficcata in un gamba e con il cranio che mostrava l'affossamento per un colpo ricevuto. L'università di Leicester è certa il 4 febbraio 2013 è arrivato l'annuncio ufficiale. Gli esperti dell'ateneo cittadino hanno confermato pubblicamente che lo scheletro scoperto all'inizio dello scorso settembre è proprio di Riccardo III, undicesimo figlio del duca di York, capitolo finale della casata sconfitta dai Tudor. Gli esami del Dna hanno dato il loro responso. La scienza ha consentito di prelevare un campione genetico dai resti e di metterlo a confronto con il profilo di un mobiliere canadese residente a Londra, Michael Ibsen, diretto discendente di Anna di York, sorella di Riccardo III. Il capo del team di archeologi, Richard Buckley, ha dato l'annuncio tra gli applausi: «La conclusione dell'Università di Leicester è che i resti trovati nel settembre 2012 appartengono al di là di ogni ragionevole dubbio a Riccardo III, della dinastia dei Plantageneti, ultimo re d'Inghilterra».


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The asphalt of a parking lot had swallowed the last Plantagenet. That bloody king was down there, in Leicester, forgotten for over five centuries. History remembers him as one of the most ruthless and bloodthirsty kings of England, just as his uncle Edward IV Plantagenet, also known as the Black Prince because of the color of his clothes and his cruelty. The latter was made famous by the movie masterpiece "Braveheart" which he sees as a great hero Mel Gibson. The bones still intact last of the Plantagenet, with the marks on the skull of the last battle. Found by accident. When, in 2012, archaeologists asked permission to dig in the center of Leicester, a city that is the heart of England, thought of nothing else. Not at Plantagenet grew up in Yorkshire, became Duke of Gloucester, who was crowned July 6, 1483 in Westminster. Rather thought of going in search of an ancient monastery destroyed in the sixteenth century, and they were sure that they wanted to pop out the foundations of the Franciscan church. But that was the most classic of contingencies. Throwing air as pouring concrete and digging a little 'saw that skeleton with the obvious signs of a spinal pain, with signs of a knife stuck in a leg and the skull showing the collapse for a blow. The University of Leicester is some 4 February 2013 came the official announcement. The experts of the university citizen who publicly confirmed the skeleton discovered at the beginning of last September is right in Richard III, the eleventh son of the Duke of York, the final chapter of the House defeated by Tudor. DNA tests have given their response. Science has allowed us to take a genetic sample from the remains and compare it to the profile of a Canadian furniture maker living in London, Michael Ibsen, a direct descendant of Anne of York, sister of Richard III. The head of the team of archaeologists, Richard Buckley, made the announcement to applause: "The conclusion is that the University of Leicester in September 2012 remains found belong beyond a reasonable doubt in Richard III, the dynasty of the Plantagenets, the last king of England. "

lunedì 11 marzo 2013

CANTON TICINO (SVIZZERA) DALLA TERRA DELLE FAVOLE UN ALTRO TASSELLO PER LA STORIA DELL'ARTE




Massimo Valerio Rogers


















A cura di Massimo Valerio Rogers. Articolo pubblicato su Martus Journal n° 30 - Gennaio 2013
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La chiesa di San Nicolao si trova a pochi chilometri da Chiasso. È il monumento in stile romanico più importante del Canton Ticino. L'edificazione della chiesa con un monastero benedettino soppresso nel secolo XV era già attestata nel 1202 (stante quanto si legge in una pergamena proveniente della Parrocchia di Chironico) e fu completata nel 1210. Nel 1298 la chiesa viene menzionata come pertinenza dell'ordine benedettino, dipendente direttamente dalla potente Abbazia di Fruttuaria, nel territorio di San Benigno Canavese. È molto verosimile dunque che essa fungesse da chiesa di un attiguo convento del quale non rimane oggi alcuna traccia. Già al momento della visita pastorale di san Carlo Borromeo nel 1570, del cenobio non si sapeva più di quanto venisse tramandato dalla voce popolare. L'edificio è databile al secondo decennio del secolo XII. Negli anni 1940-1945 fu eseguito un restauro diretto da Paolo Mariotta (1905-1971), nel corso del quale furono in particolare cancellati gli affreschi del 1587 nella cripta, demolito il soffitto ligneo piano del secolo XVIII, tamponata l'apertura settecentesca in facciata. Si presenta come un edificio rettangolare in conci di granito regolarmente e accuratamente disposti, concluso da un coro quadrato e da un'abside semicircolare. Lo stile architettonico della chiesa, a navata unica, interpreta fedelmente i canoni del romanico lombardo. 


Giornico (Chiasso): chiesa di San Nicolaos


La facciata, divisa in tre assi, presenta la tipica forma a capanna, con due alte lesene, unite in alto da arcate cieche binate, che inquadrano il portale ed archetti pensili che danno slancio all'edificio; il timpano presenta una bifora e una finestra cruciforme. Sulla facciata, il portale centrale è impreziosito da due leoni stilofori e da capitelli scolpiti. Ambedue i portali ovest e sud hanno un architrave e archivolti graduati compresi in un arco cieco rialzato che a sud sviluppa un'edicola aggettante. In basso, sempre sulla facciata, trovano posto robuste sculture in pietra di forma zoomorfa e fantastica, tipici del gusto ispirato dai bestiari medievali. Le decorazioni realizzate con conci di pietra che disegnano gli archetti pensili, corrono lungo tutta la chiesa, sulle pareti laterali e lungo l'abside semicircolare. Un secondo portale, che si apre nella parete sud, presenta anch'esso interessanti elementi scultorei, come le barbute teste virili ricavate nelle mensole decorative che sorreggono l'architrave. Nell'angolo nord-est della navata il campanile pensile della chiesa presenta, ai vari piani, la consueta successione di monofore nei primi due piani e bifore in quelli superiori ed è coperto da tetto a padiglione.

Giornico (Chiasso): facciata della chiesa di San Nicolaos
. L'interno della chiesa si presenta con un'unica navata, con soffitto del 1945 a capriate scoperte, che conduce al presbiterio posto in posizione alquanto sopraelevata, al quale si accede per mezzo di una settencentesca scala a due rampe (tracce dell'originale non sono state reperite durante il restauro). Al centro delle pareti laterali della navata sono visibili due semipilastri a sezione rettangolare che forse un tempo sostenevano un'arcata divisoria tra lo spazio dedicato ai fedeli e quello riservato ai monaci. L'aula presbiteriale ha forma quadrata e termina con l'abside semicircolare che prende luce da due monofore.

Aggiungi didascalia
Giornico (Chiasso), chiesa di San Nicolaos: catino absidale

Al di sotto del presbiterio è subito visibile (stante una soluzione architettonica alquanto inconsueta nelle chiese romaniche) l'elegante cripta; ad essa si accede scendendo pochi gradini. È divisa in tre piccole navate mediante otto colonne e semicolonne addossate con capitelli riccamente scolpiti, tutti diversi tra loro, che ripropongono, nella varietà dei motivi vegetali, geometrici e zoomorfi (leoni, lepri, capre,...): la suggestione del simbolismo medievale. Subito dopo l'ingresso, a sinistra, è posta una preziosa vasca battesimale romanica del XII secolo, proveniente dalla vicina chiesa parrocchiale di San Michele, usata a lungo come fontana nel villaggio. Si tratta di una vasca di inconsueta forma esagonale ricavata da un blocco unico di pietra, decorata con bassorilievi con simboli legati al sacramento del battesimo. Essa presenta colonnine variamente sagomate sugli spigoli e bassorilevi con animali simbolici sui quattro lati, una croce astile e nove rosette. La chiesa è ornata al suo interno da interessanti cicli di affreschi. 

       Giornico (Chiasso), chiesa di San Nicolaos: capitello della cripta, XII sec.
          Giornico (Chiasso), chiesa di San Nicolaos: capitello della cripta, XII sec.


        Giornico (Chiasso), chiesa di San Nicolaos: capitello della cripta, XII sec.


         Giornico (Chiasso), chiesa di San Nicolaos: la cripta, XII sec.

Sulla parete sinistra della navata si trovano frammenti di dipinti romanici (XIII secolo(?) tra i quali è ancora ben riconoscibile una Ultima Cena. Sulla parete sud: resti di una teoria di Santi di cui rimangono solo le figure di un monaco e di un Santo vescovo, e un San Cristoforo. L'abside è interamente ricoperta da affreschi tardogotici datati (1478) e firmati da Nicolao da Seregno, artista soprattutto attivo nel Canton Ticino, che si attarda su un linguaggio pittorico ancora di gusto marcatamente gotico. Gli affreschi in questione hanno ritrovato piena leggibilità dopo un accurato restauro che ne ha restituito la brillantezza dei colori. Iniziando dal catino absidale, troviamo il Cristo in maestà posto in una mandorla di luce ed attorniato dai simboli degli Evangelisti in Tetramorfo. Nella fascia inferiore troviamo la raffigurazione di una serie di Santi che dovevano essere particolarmente cari alla religiosità popolare. Da sinistra verso destra sono riconoscibili San Gottardo di Hildesheim Vescovo, San Vittore, San Pietro apostolo (ritratto come primo pontefice), San Nicola di Bari (con a fianco i tre bambini posti nella tinozza sulla quale il Santo compì il suo celebre miracolo); troviamo poi, dopo la monofora centrale, una Crocifissione con la Madonna e San Giovanni, e poi ancora, dopo una seconda monofora, le figure di Santa Margherita e Santa Maria Maddalena. Colpisce l'attenzione, sopra la monofora centrale, un'inconsueta raffigurazione della Trinità. Si tratta dell'immagine iconografica del vultus trifrons o Trivultus (che si presenta come figura con tre teste e quattro soli occhi), immagine che fu in seguito - per la sua natura mostruosa - proibita dalla Chiesa. Ai lati del coro troviamo altri affreschi eseguiti anch'essi da Nicolao da Seregno: una Natività sull'altare, un Santo Vescovo (verosimilmente San Nicola di Bari), una elegante Madonna in trono, e l'Agnello di Dio sulla volta del coro.


        Giornico (Chiasso), chiesa di San Nicolaos: affresco del catino absidale, XIII secolo. Teoria di Santi (da destra a sinistra, San Pietro, San Paolo, San Nicola).


Giornico (Chiasso), chiesa di San Nicolaos: affresco del catino absidale, XIII secolo. Part. affresco di San Nicola.

Giornico (Chiasso), chiesa di San Nicolaos: affresco del catino absidale, XIII secolo. Santa Margherita e Santa Maddalena.

          Giornico (Chiasso), chiesa di San Nicolaos: leone del portale, XII secolo.

Giornico (Chiasso), chiesa di San Nicolaos: parete esterna occidentale, vitello, XII secolo.
      

sabato 2 marzo 2013

LA PROVINCIA DI COSENZA SOSTIENE LA RICERCA ARCHEOLOGICA


Articolo pubblicato a cura di Antonio Cozzitorto su "MARTUS JOURNAL" di Febbraio 2013.
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Di seguito ad un’attenta valutazione riguardo la validità dell’aspetto scientifico, l’Assessorato alla Cultura della Provincia di Cosenza ha ritenuto opportuno acquistare un numero di copie dell’opera, edito dalla casa editrice “Martus Editore”, dal titolo “SIBARITIDE PROTOSTORICA – Enotri e Achei la cultura materiale: produzione e circolazione” . Si tratta della tesi di laurea del Dott. Stefano Carbone di Crotone redatta nell’anno accademico 2008/2009 presso il Dip. di Archeologia e Storia della Arti dell’Università della Calabria e pubblicata dalla casa editrice sansostese nel 2010. L’opera è il risultato di anni i ricerche dell’autore, in collaborazione con la Sovrintendenza Archeologica della Calabria e con l’Ateneo cosentino, su un territorio molto vasto che comprende gran parte della provincia di Cosenza. Il periodo preso in esame è quello compreso tra il Neolitico Recente (III millennio a.C.) e la fondazione di Sybaris arcaica (730-20 a.C.), Il volume è uno studio analitico dei materiali archeologici e del loro impiego nell’uso quotidiano in età protostorica, è inoltre una carta archeologica, dunque un itinerario turistico-archeologico dei siti più belli e importanti della Calabria settentrionale immersi in uno scenario naturalistico di impareggiabile bellezza.