sabato 8 giugno 2013

Glastonbury: la leggendaria Avalon - Glastonbury: the legendary Avalon



Massimo Valerio Rogers














Articolo a cura di Massimo Valerio Rogers pubblicato su "Martus Journal" di Maggio 2013.
Article written by Valerio Massimo Rogers published in "Martus Journal" of May 2013.
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Ergendosi sulle uniformi pianure dei Somerset Levels, la collina di Glastonbury, o Glastonbury Tor, con in cima il suo campanile in rovina, costituisce il simbolo inconfondibile di uno dei luoghi più misteriosi d'Inghilterra. La località di Glastonbury, dove sorge uno dei primi edifici cristiani del Paese, è teatro di tradizioni e leggende, miti e fantastiche avventure. Questa vivace cittadina di campagna attrae visitatori di ogni genere. I romantici vi sono richiamati dalle leggende di re Artù, i pellegrini dalla sua antica eredità cristiana, i mistici vi accorrono alla ricerca del Santo Graal, e gli astrologi subiscono il richiamo dello zodiaco che, a quanto si dice, è tracciato in quei paesaggi. Glastonbury era quasi un'isola circondata da paludi o acque alluvionali quando i primi cristiani vi si stabilirono, in un periodo non ben accertato. La prima data attendibile è attorno al 705, anno in cui re Ine vi fondò un monastero, che in seguito ospitò, nel X secolo, alcuni monaci benedettini.Gli scavi archeologici hanno riportato alla luce vestigia di costruzioni anteriori, fatte di pali e rami intrecciati, coperti di argilla e paglia, nonché numerosi edifici di pietra di epoche più tarde, di cui oggi sono riconoscibili quasi soltanto i tracciati perimetrali. Rimangono importanti ruderi dell'abbazia principale costruita nel XIII e nel XIV secolo, contraddistinta da una mistica assai singolare. La Cappella della Madonna, risalente al XII secolo, sorge sul luogo di una chiesa più antica, distrutta da un incendio nel 1184. Questa era la 'Chiesa Vecchia', edificata, secondo la tradizione, da Giuseppe di Arimatea, il ricco del Vangelo che avvolse il corpo di Gesù in un lenzuolo e lo trasportò nella sua tomba. Una leggenda narra che Giuseppe emigrò poi a Glastonbury e vi fondò una chiesa. Un'altra leggenda riferisce che approdò con una nave vicino alla collina di Wearyall e si appoggiò al bastone per pregare. Questo gettò delle radici da cui nacque il Glastonbury Thorn, il 'biancospino di Glastonbury', che ancora fiorisce a Pasqua e Natale sul terreno dell'abbazia e di fronte alla chiesa di San Giovanni. Forse il più grande mistero di Glastonbury è quello relativo al corpo di re Artù. I suoi resti giacciono veramente nel suolo dell'abbazia? Benché i monaci asseriscano di averli ritrovati, insieme a quelli della moglie Ginevra, nel 1190, si nutrono molti dubbi sull'attendibilità della vicenda: testimonianze recenti sembrerebbero piuttosto indicare che il sovrano fu inumato nei pressi di Bridgend, nel Galles meridionale. Al termine della sua ultima battaglia a Camlann, Artù fu trasportato morente nella mistica isola di Avalon. Il re ordinò a Sir Bedivere di disfarsi della sua magica spada Excalibur. Quando il cavaliere la gettò in un lago, dalle acque emerse una mano che la afferrò. Quale fu l'esatto luogo in cui si svolse questo strano episodio? La tradizione popolare lo identifica con lo stagno, in seguito prosciugato, di Pomparles Bridge, nei pressi di Glastonbury. La tomba fu scoperta dopo che un bardo gallese ebbe rivelato il segreto della sepoltura al re Enrico II. Il monarca ne informò l'abate di Glastonbury e, durante la ricostruzione del monastero dopo l'incendio del 1184, i monaci andarono in cerca del sepolcro. A circa 2 m di profondità trovarono una lastra di pietra e una croce di piombo recanti l'iscrizione 'Hic iacet sepultus inclitus rex arturius in insula avalonia' (Qui giace sepolto il rinomato re Artù nell'Isola di Avalon). Circa 2,7 m al di sotto della lastra era deposta una bara ricavata da un tronco d'albero, contenente le ossa di un uomo alto 2,4 m, dal cranio danneggiato, nonché ossa più piccole identificate come quelle di Ginevra, in base ad alcuni resti di capelli ingialliti rinvenuti con esse. L'archeologo Ralegh Radford confermò, nel 1962, che quello scoperto era effettivamente un sepolcro, ma aggiunse che non aveva modo di dimostrare a chi appartenesse. Il punto oggi contrassegnato come Tomba di Artù è in realtà quello in cui le ossa furono risotterrate nel 1278, in una tomba di marmo nero posta davanti all'altare maggiore. La sepoltura originaria non reca indicazioni e si trova a 15 m di distanza dalla porta sud della Cappella della Madonna. Re Artù ebbe con Glastonbury rapporti precedenti a questi, secondo una leggenda narrata già prima dell'asserita scoperta della sua tomba. Melwas, un re del Somerset, rapì Ginevra e la tenne prigioniera a Glastonbury. Artù accorse per liberare la moglie dalla roccaforte che si riteneva sorgesse sulla Tor, ma l'abate agì da intermediario fra le parti che scesero a patti prima di dare inizio alla battaglia. Negli Anni Sessanta, nel corso di alcuni scavi, in cima alla collina furono rinvenute le vestigia di antiche costruzioni in legno, ma non fu possibile stabilire se si trattasse dell'abitazione del re Melwas o di un insediamento di monaci. Chiunque abbia vissuto fra quelle mura, vi condusse un'esistenza agiata: tra i reperti vi sono crogioli per la lavorazione dei metalli, ossi di animali che testimoniano l'abbattimento di molti buoi, montoni e maiali, e terraglie che stanno a indicare un copioso consumo di vino. In epoca medievale, i monaci di Glastonbury edificarono una chiesa in cima alla Tor e la consacrarono all'Arcangelo Michele, ma essa venne distrutta da un terremoto.

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Rising up on the uniforms of the Somerset Levels plains, the hill of Glastonbury, Glastonbury Tor or, topped with its bell tower in ruins, is the unmistakable symbol of one of the most mysterious places in England. The town of Glastonbury, where there is one of the first Christian buildings in the country, has been the scene of traditions and legends, myths and fantastic adventure. This lively country town attracts visitors of all kinds. The romantics are retrieved from the legends of King Arthur, the pilgrims by its ancient Christian heritage, mystics flock there in search of the Holy Grail, and the astrologers undergo the lure of the zodiac, it is said, is traced in those landscapes. Glastonbury was almost an island surrounded by swamps and flood waters when the early Christians settled there, in a period not well established. The first reliable date is around 705, when King Ine founded a monastery, which later housed in the tenth century, Benedictine monks. Archaeological excavations have brought to light remains of previous constructions, made of poles and twisted branches, covered with clay and straw, as well as numerous stone buildings of later times, of which today are recognized almost only tracked perimeter. Remain important ruins of the main built in the thirteenth and fourteenth century, distinguished by a mystical rather singular. The Chapel of Our Lady, dating from the twelfth century, stands on the site of an older church, destroyed by a fire in 1184. This was the 'Old Church', built, according to tradition, by Joseph of Arimathea, the rich man of the Gospel that Jesus' body wrapped in a sheet and carried him in his grave. Legend has it that Joseph emigrated to Glastonbury and then founded a church. Another legend relates that landed with a ship near the hill of Wearyall and leaned on his cane to pray. This threw the roots that gave rise to the Glastonbury Thorn, the 'hawthorn Glastonbury', which still flourishes at Easter and Christmas on the ground and in front of the abbey church of St. John. Perhaps the greatest mystery of Glastonbury is that relative to the body of King Arthur. His remains lie in the soil of the abbey really? Although the monks asserted that they found them, along with those of his wife Geneva, in 1190, we are very doubtful about the reliability of the story: recent evidence would seem rather to indicate that the ruler was buried near Bridgend, South Wales. At the end of his last battle at Camlann, Arthur was transported dying in the mystical island of Avalon. And the king commanded Sir Bedivere to dispose of his magical sword Excalibur. When the rider threw it in a lake, emerged from the water a hand grabbed her. What was the exact place where this strange incident took place? The popular tradition identifies him with the pond dried up as a result of Pomparles Bridge, near Glastonbury. The tomb was discovered after a Welsh bard had revealed the secret burial of King Henry II. The monarch he informed the abbot of Glastonbury, and during the reconstruction of the monastery after the fire of 1184, the monks went in search of the tomb. At about 2 m deep they found a stone slab and a leaden cross bearing the inscription 'HIC IACET sepultus inclitus rex arturius in insula avalonia' (Here lies buried the renowned King Arthur in the Isle of Avalon). Approximately 2.7 m below the plate was deposited a coffin made from a tree trunk, containing the bones of a 2.4 m tall, from the skull damaged, as well as smaller bones identified as those of Geneva, on the basis of some remains of yellowed hair found with them. The archaeologist Ralegh Radford confirmed, in 1962, discovered that what was actually a tomb, but added that he had no way to prove who it belonged to. The point marked today as the Tomb of King Arthur is actually the one in which the bones were re-buried in 1278 in a tomb of black marble placed in front of the main altar. The original burial will bear no indication and is located 15 m away from the south door of the Lady Chapel. King Arthur had Glastonbury with these previous reports, according to a legend told before the alleged discovery of his tomb. Melwas, a king of Somerset, Geneva kidnapped and held her captive in Glastonbury. Arthur saw to free his wife from the stronghold that was thought arise on Tor, but the abbot acted as an intermediary between the parties that went down to terms before beginning the battle. In the Sixties, during some excavations on the hill were found the remains of ancient buildings made of wood, but it was not possible to establish whether it was the house of the king Melwas or a settlement of monks. Anyone who has lived within those walls, there lived an affluent: the finds there are crucibles for the processing of metals, animal bones that bear witness to the killing of many oxen, sheep and pigs, and pottery that indicate a copious consumption of wine. In the Middle Ages, the monks of Glastonbury built a church on top of the Tor and consecrated to the Archangel Michael, but it was destroyed by an earthquake.


Massimo Valerio Rogers










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