lunedì 17 ottobre 2011

ROGGIANO GRAVINA_LOC. CASTIGLIONE SETTEVENE


Anello in bronzo, V sec. a.C. (Conservato nel Museo Nazionale della Sibaritide)


Pesi da telaio, V-IV sec. a.C. (Conservati nel Museo Nazionale della Sibaritide)

Piede di kantharos, VI sec. a.C. (Conservato nel Museo Nazionale della Sibaritide)

Piede Kantharos (Sezione e prospetto)

Coppetta, IV sec. a.C. (Conservata nel Museo Nazionale della Sibaritide)

Coppetta (sezione e prospetto)

La località Castiglione Settevene è ubicata a nord del centro abitato di Roggiano G. alla confluenza dell’Esaro-Rosa-Occido su una collina stretta ed allungata ad una quota di 146 m slm.
L’area di interesse archeologico si estende per oltre 40 ettari.
In base ai dati forniti dalla grande quantità di materiali archeologici sparsi su tutta la superficie si può datare il contesto alla media età del Bronzo con una continuità di vita fino al IV-III secolo a.C.
La ceramica più antica è quella  ad impasto  grezzo, modellata a mano, con grossi inclusi di quarzo e piccole pietruzze, impastata con modeste quantità di paglia sminuzzata individuabile in sezione.
L’argilla è di colore rossastro o brunastro, due frammenti raccolti hanno un rivestimento ferroso di colore rossastro, uno dei due frammenti presenta una decorazione applicata  con la semplice pressione delle dita, gli altri due frammenti presentano una superficie steccata di colore di colore nerastro.
Questa tipologia di ceramica si rinviene soprattutto in prossimità dello strapiombo occidentale in associazione ad alcuni contesti abitativi del Bronzo medio,  distrutti nel corso dei lavori per la realizzazione di un uliveto.
Al centro della pianura, sul punto più alto, è visibile un edificio rettangolare orientato OE, con un notevole accumulo di materiali; nelle immediate vicinanze della struttura sono stati raccolti numerosi frammenti di ceramica, tra i quali quelli più antichi sono: un orlo/porzione di parete di una situla ad impasto di colore rossastro, con decorazioni applicate in rilievo; porzione di parete/orlo di una tazza con orlo a listello decorata a puntinature, l’oggetto è definito della tipologia “appenninica”, datato al X-IX secolo a.C.; è realizzato con un impasto di colore nerastro e grossi inclusi  di quarzo  visibili in sezione; frammenti  di pareti  con tracce di dipinture geometriche di colore rosso o bruno; diversi frammenti di ceramica a figure nere, a figure rosse, a vernice nera; 42 pesi da telaio di uso rituale, di varie dimensioni, quattro di essi recano il bollo, una stadera di argilla e alcuni utensili per la tessitura e la filatura,  che trovano confronto con gli utensili rinvenuti nella capanna delle tessitrici a Francavilla Marittima ; frammenti di capitello e frammenti di colonne di 2 m di circonferenza.
In base ai materiali rivenuti si può ipotizzare che forse si tratta  di un edificio di culto di un grande agglomerato urbano.
Non è  inoltre da escludere che  probabilmente si tratta di un centro enotrio divenuto, poi, una delle  25 città soggette a Sibari di cui Parla Ecateo di Mileto.
Le abitudini di vita quotidiana degli antichi abitanti di Castiglione sono testimoniate dagli utensili di uso giornaliero: è attestato il simposion che rappresentava un momento importante nella società greca: era essenzialmente un banchetto, ma era anche momento di incontro dove si ragionava su ogni argomento di ordine sociale.
Le forme tipiche sono gli skyphoi, presenti in numerosi esemplari, i kantharoy, i crateri, gli oinochoai, le anforette. Mentre il simposion rappresentava un aspetto sociale maschile, la cosmesi rappresentava un aspetto di vita quotidiano femminile, gli oggetti per  la cosmesi femminile rinvenuti a Castiglione sono: le pissidi, le piccole coppette, le lekane.
E’ attestata la cura del corpo maschile con i piccoli unguentari, le bottigliette ed altri oggetti per la palestra. Particolarmente abbondante è la ceramica di uso comune: da cucina, da dispensa e da trasporto.
Sono presenti le olle in tutte le varianti morfologiche e le anfore, sono stati rinvenuti due esempi diversi di bacino: uno con orlo a tesa e bordo lievemente arrotondato con decorazioni a linee verticali incise di forma regolare; l’argilla è di colore brunastro con  inclusi di colore bianco; l’altro con orlo a tesa difettato durante la lavorazione, l’argilla è di colore arancio-rosato con inclusi micacei in superficie.
Frammenti di dolia sparsi in prossimità di alcuni edifici affioranti dal terreno testimoniano la produzione e le conservazione di derrate alimentari.
Esisteva certamente  un centro per la  produzione della ceramica, attestato dai bolli su alcuni frammenti rinvenuti in superficie,  dalla tipologia dell’argilla usata nella realizzazione dei manufatti che in base ad una prima analisi macroscopica di alcuni manufatti, sembrerebbe quella del luogo. Si rinvengono numerosi scarti di vasellame difettato durante la cottura o durante la lavorazione e numerose scorie metalliche.

Angelo Martucci - Giovanni Martucci
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E' una collina a quota 146 m s.l.m. ubicata alla confluenza dell’Esaro e dell’Occido, sulla sinistra della strada provinciale  Roggiano-San Sosti.   
L’area è estesa oltre 40 ettari e domina  entrambe le vallate dei due fiumi, in una posizione geografica cruciale  per il controllo dell’immenso territorio, delimitato a nord-ovest dalla catena appenninica del Pollino e della via istmica Sybaris-Laos.
 Dal punto di vista morfologico la collina di Castiglione è costituita da tre vette, stretta ed allungata in direzione ovest-est, la sua sommità è pianeggiante; il lato est termina con uno strapiombo sull’Esaro di circa 50 m; il lato sud digrada in direzione della pianura sottostante senza interruzioni.
Le prime tracce di insediamento risalgono al Bronzo medio: in prossimità dello strapiombo occidentale sono stati danneggiati alcuni focolari di capanne, in questo punto sono state rinvenute brevi porzioni di battuto argilla concotta, ceramica ad impasto con rivestimento rossastro o/e nerastro e decorazioni plastiche applicate . È stato rinvenuto un cospicuo fr. di tazza del tipo “Appenninico” realizzata con un impasto bruno e decorazioni a punzonature impostate sotto l’orlo.

Stefano Carbone
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