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giovedì 26 luglio 2018

LETTERA ALL'AMICO SALVINI



Lettera all'amico Salvini
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Continua la fandonia dell'Islam "moderato", la commedia della tolleranza, la bugia dell'integrazione, la farsa del pluriculturalismo. E con questa, il tentativo di farci credere che il nemico è costituito da un'esigua minoranza e che quella esigua minoranza vive in Paesi lontani. Be', il nemico non è affatto un'esigua minoranza. E ce l'abbiamo in casa. Ed è un nemico che a colpo d'occhio non sembra un nemico. Senza la barba, vestito all'occidentale, e secondo i suoi complici in buona o in malafede perfettamente-inserito-nel-nostro-sistema-sociale. Cioè col permesso di soggiorno. Con l'automobile. Con la famiglia. E pazienza se la famiglia è spesso composta da due o tre mogli, pazienza se la moglie o le mogli le fracassa di botte, pazienza se non di rado uccide la figlia in blue jeans, pazienza se ogni tanto suo figlio stupra la quindicenne bolognese che col fidanzato passeggia nel parco. È un nemico che trattiamo da amico. Che tuttavia ci odia e ci disprezza con intensità. Un nemico che in nome dell'umanitarismo e dell'asilo politico accogliamo a migliaia per volta anche se i Centri di accoglienza straripano, scoppiano, e non si sa più dove metterlo. Un nemico che in nome della "necessità" (ma quale necessità, la necessità di riempire le strade coi venditori ambulanti e gli spacciatori di droga?) invitiamo anche attraverso l'Olimpo Costituzionale. "Venite, cari, venite. Abbiamo tanto bisogno di voi". Un nemico che le moschee le trasforma in caserme, in campi di addestramento, in centri di reclutamento per i terroristi, e che obbedisce ciecamente all'imam. Un nemico che in virtù della libera circolazione voluta dal trattato di Schengen scorrazza a suo piacimento per l'Eurabia sicché per andare da Londra a Marsiglia, da Colonia a Milano o viceversa, non deve esibire alcun documento. Può essere un terrorista che si sposta per organizzare o materializzare un massacro, può avere addosso tutto l'esplosivo che vuole: nessuno lo ferma, nessuno lo tocca. Un nemico che appena installato nelle nostre città o nelle nostre campagne si abbandona alle prepotenze ed esige l'alloggio gratuito o semi-gratuito nonché il voto e la cittadinanza. Tutte cose che ottiene senza difficoltà. Un nemico che ci impone le proprie regole e i propri costumi. Che bandisce il maiale dalle mense delle scuole, delle fabbriche, delle prigioni. Che aggredisce la maestra o la preside perché una scolara bene educata ha gentilmente offerto al compagno di classe musulmano la frittella di riso al marsala cioè "col liquore". E-attenta-a-non-ripeter-l'oltraggio. Un nemico che negli asili vuole abolire anzi abolisce il Presepe e Babbo Natale. Che il crocifisso lo toglie dalle aule scolastiche, lo getta giù dalle finestre degli ospedali, lo definisce "un cadaverino ignudo e messo lì per spaventare i bambini musulmani". Un nemico che in Inghilterra s'imbottisce le scarpe di esplosivo onde far saltare in aria il jumbo del volo Parigi-Miami. Un nemico che ad Amsterdam uccide Theo van Gogh colpevole di girare documentari sulla schiavitù delle musulmane e che dopo averlo ucciso gli apre il ventre, ci ficca dentro una lettera con la condanna a morte della sua migliore amica. Un nemico che si lancia con il camion sui mercatini di natale a Berlino. Un nemico che macchia di sangue il 14 luglio francese. Il nemico, infine, per il quale trovi sempre un magistrato clemente cioè pronto a scarcerarlo. E che i governi eurobei (ndr: non si tratta d'un errore tipografico, voglio proprio dire eurobei non europei) non espellono neanche se è clandestino. 
L'Eurabia ha costruito la panzana del pacifismo multiculturalista, ha sostituito il termine "migliore" col termine "diverso-differente", s'è messa a blaterare che non esistono civiltà migliori. Non esistono principii e valori migliori, esistono soltanto diversità e differenze di comportamento. Questo ha criminalizzato anzi criminalizza chi esprime giudizi, chi indica meriti e demeriti, chi distingue il Bene dal Male e chiama il Male col proprio nome. Che l'Europa vive nella paura e che il terrorismo islamico ha un obbiettivo molto preciso: distruggere l'Occidente ossia cancellare i nostri principii, i nostri valori, le nostre tradizioni, la nostra civiltà. Ma il mio discorso è cadrà nel vuoto. Le poche persone che leggeranno mi chiameranno razzista per il solo fatto che uso la mia testa in difesa delle mie radici culturali che affondano nei secoli.

Angelo Martucci

giovedì 15 giugno 2017

E poi parliamo di Cultura! VOLGE AL TERMINE LA MOSTRA "CIVILTA' ALLO SPECCHIO" E' molto grave l'assenza delle scuole di San Sosti









E poi parliamo di Cultura!
VOLGE AL TERMINE LA MOSTRA "CIVILTA' ALLO SPECCHIO"
E' molto grave l'assenza delle scuole di San Sosti


Volge al termine la mostra archeologica dal titolo "civiltà allo specchio, enotri e greci-la ceramica rituale e da mensa, i casi di Francavilla marittima e San Sosti".
L'esposizione, curata dallo staff "Martus" ha registrato un notevole flusso di visitatori, soprattutto nel periodo delle festività e dei weekends. Ma il dato negativo e allarmante è stata l'assenza delle scuole di San Sosti, fatta eccezione per una classe della scuola elementare Sansostese e una classe elementare del comune di San Donato di Nineia. Eppure un simile evento culturale unico del suo genere dell'intera provincia cosentina è passato completamente inosservato agli occhi dei dirigenti didattici, nonostante i ripetuti inviti con "tanto" di programma didattico e locandine pubblicitarie. Un altro dato negativo è la totale assenza della minoranza consiliare ormai uscente, fatta eccezione per la consigliera Martucci, che addirittura ha portato in visita alla mostra una gita organizzata. La domanda che lo staff del Museo Artemis si pone è la seguente dov'erano coloro che dai palchi elettorali e dalle strade si sono riempiti la bocca con la fatidica frase"dobbiamo promuovere la cultura?".
Questo non vuole essere un articolo di polemica bensì una constatazione della pochezza intellettuale che distingue alcuni personaggi della politica sansostese e una parte della popolazione che in verità non è a conoscenza dell'esistenza del Museo Artemis e non per mancanza di divulgazione.

Il 28 giugno 2017 scade la durata del prestito dei reperti che saranno restituiti al polo museale della sibaritide, ma già lo staff del museo sta lavorando per l'allestimento della nuova mostra archeologica visitabile per il mese di agosto 2017.  

domenica 17 luglio 2011