sabato 18 giugno 2011

"SULL'OMERICA TEMESA" E' ORMAI CERTA LA SUA IDENTIFICAZIONE NEL COMUNE DI SERRA D'AIELLO.Nuova Campagna di scavi archeologici nel mese di giugno 2010 condotti dal Prof. Gioacchino Francesco La Torre dell’Università di Messina.

















Cozzo Piano Grande, parco archeologico, quartiere urbano.


Il fascino per il mito greco, il mistero di antiche città perdute, avvolte dall’oblìo dei secoli, spesso alimentano la fantasia e ispirano gli appassionati di Archeologia a ricostruzioni romanzesche e molto fantasiose. La ricerca archeologica si basa, non su semplici congetture soggettive, bensì sull’acquisizione ed elaborazione di dati a carattere prettamente scientifico.
Il caso più discusso è quello sulla localizzazione dell’omerica Temesa, citata nel Primo Libro dell’Odissea. In molti hanno voluto vedere l’antica città àusona nell’alta valle dell’Esaro, a Malvito, per esempio, altri ai Casalini di San Sosti; a sostegno della tesi della Temesa sansostese c’è l’ipotesi, al quanto infondata, della nota archeologa Paola Zancani Montuoro, la quale identificava i ruderi posti sull’estremità del monte Milora con i resti della mitica città.
A rafforzare la tesi della Zancani è il rinvenimento della scure martello dell’olimpionico Kyniskos, intanto bisogna accantonare definitivamente l’ipotesi del rinvenimento del celeberrimo oggetto ai Casalini, caso mai il santuario andrebbe cercato nella pianura di San Sosti. Nuovi, interessanti indizi sono emersi dallo scavo all’interno della chiesa del Carmine, in pieno centro Storico.
A sfavore di queste tesi vi sono, intanto, i risultati delle ultime campagne di scavo sul sito dei Casalini condotte dal Dip. di Archeologia e Storia delle Arti dell’UNICAL, nel 2001  e nel 2003. Nel corso delle ricerche non sono stati acquisiti elementi che possano in qualche modo attestare la presenza greca nell’area interessata. Le tracce di frequentazione più antica risalgono al Neolitico Recente ed alla Prima età del Bronzo (III-II millennio a.C.), pertinenti ad un villaggio di capanne abbandonato nel Bronzo Recente (X sec. a.C.). L’abitato riprende solo in età tardo-antica (VI-VII sec. d.C.). Pertanto, le evidenze murarie si riferiscono alla fase bizantina del IX-X sec. d.C.

















Cozzo Piano Grande, parco archeologico, quartiere urbano. Particolare.

Se si legge, poi, con attenzione il passo dell’Odissea, si è portati ad escludere categoricamente che la città omerica potesse trovarsi nell’alta valle dell’Esaro.
Le ricerche archeologiche degli ultimi anni, condotti dal Prof. Gioacchino Francesco La Torre, associato di archeologia all’Università di Messina, hanno individuato l’esatta ubicazione di Temesa sulla costa tirrenica a brevissima distanza dal mare, come specificato nel passo omerico.
Lunedì 7 giugno 2010 hanno avuto inizio i lavori di scavo, diretti dal Docente dell’università siciliana, in località Principessa che sicuramente daranno nuovi importanti dati circa la fasi di vita della città cantata da Omero nell’Odissea.
Sono stati presentati ad Amantea due interessanti volumi sull’individuazione dell’omerica città. In quella sede è stato definitivamente confermata la scoperta della Temesa omerica nel comune di Serra d’Aiello e si è sottolineato che per Temesa non c'è un sito singolo e l'insediamento si è evoluto e sviluppato tra l'Oliva e il Savuto; in particolare, uno dei volumi presentati ricostruisce "le fasi di vita del colle Cozzo Piano Grande di Serra d'Aiello, interessato dalla presenza di gruppi umani dalla protostoria alla fase arcaica greca e, oltre, alla fase italica, quando gruppi umani occuparono il colle, per abbandonarlo, di lì a pochi decenni, quando nacque l'insediamento fortificato sul vicino plateau di Piano della Tirena". Prima di Cozzo Piano Grande, nuclei abitativi si manifestarono sul sito di Chiane e sono riconducibili al IX–VIII secolo a.C.
Sulla scorta dei dati divulgati nel convegno di Amantea, che ha visto la partecipazione di Simonetta Bonomi, Soprintendente per i Beni Archeologici della Calabria, si cerca di ricostruire le varie fasi di sviluppo degli insediamenti abitativi di Temesa.
In località Chiane sono stati recuperati materiali archeologici risalenti al periodo tra la fine del IX sec. e la seconda metà del VIII sec. a.C.; i primi contatti con i greci sono documentati proprio verso la fine dell’VIII sec. a.C. E’ questo il primo nucleo abitativo di Temesa. La localizzazione di Temesa nelle zone di Serra d'Aiello, Amantea-Campora e Nocera lotta, ovviamente, con l'ubicazione di Terina nel territorio di Nocera Terinese; ecco allora il sito di Terina spostato nella Piana di Lamezia. 
La prof. De Sensi-Sestito, intervenuta nel convegno di Amantea, ha detto: "Gli storici fanno il loro mestiere, ragionano sui dati, interpretano le fonti. Però, le intuizioni degli storici sono campate in aria, se poi non ci sono le prove archeologiche che confermano le intuizioni".


Tomba a fossa, VI sec. a.C.

Ulteriori dati saranno sicuramente acquisiti dalla campagna di scavi di giugno 2010 diretti dal prof. La Torre che guiderà una equipe di 10 giovani studenti di archeologia.
Un aspetto molto importante in questa fase di ricerche è l’analisi dei materiali provenienti da scavo e da ricognizione dall’area oggetto di studio. La ceramica ad impasto di colore bruno e/o di colore rosso-bruno dalle pareti lisciate a stecca, rinvenuta in località Chiane anticipa la datazione di
frequentazione dell’area al XII-X sec. a.C. Questo tipo di ceramica trova confronto con Torre Mordillo, Broglio di Trebisacce e San Sosti, sull’area ionica e Tortora sull’area tirrenica.
I primi contatti con i Greci sono documentati da alcuni ariballoy provenienti Cozzo Piano Grande, databili alla metà del VII sec. a.C. confrontabili con esemplari coevi rinvenuti a Francavilla Marittima.
Una campionatura di reperti è stata esposta nella mostra allestita dalla Sovrintendenza e gestita dal gruppo Alybas, consta di 7 teche, di cui 4 dedicate a quella che gli allestitori hanno ribattezzato “Principessa di Temesa”.
La principessa di Temesa
La protagonista della mostra è proprio la Principessa di Temesa, della quale è stata esposta anche una ricostruzione del suo vestito funebre. Ben quattro le teche che sfoggiano il suo corredo funerario ritrovato durante gli scavi nella tomba numero 6.
La straordinaria ricchezza del corredo funerario rinvenuto nella tomba della “Principessa” ha alimentato la fantasia archeo-romanzesca sulla triste storia di due gioveni innamorati temesiani. È la triste vicenda di  Alybas e della Principessa Anja. “Una storia struggente che finisce con la morte di lei.
È chiaro che questo è la ricostruzione fantastica del funerale, la cosa certa, però, è che la tomba scavata è quella di una giovane donna molto agiata economicamente, morta prematuramente prima delle nozze, come è attestato dagli oggetti rinvenuti nella sua tomba.
Gli esiti eccellenti delle ricerche sulla Temesa omerica hanno giustificato i cospicui finanziamenti comunitari concessi al Comune di Serra d’Aiello per la realizzazione del parco archeologico, per l’allestimento dell’antiquarium archeologico e soprattutto per la prosecuzione degli scavi.
Proseguono i lavori per la realizzazione del parco archeologico di Cozzo Piano Grande (uno dei tre siti di Serra, assieme a Chiane e Cozzo Carmineantonio), abitato tra l'Età del Bronzo e l'età ellenistica, all’interno del quale erano state rinvenute alcune sepolture a grotticella. Il progetto del Comune di Serra era stato finanziato per un importo di 500 mila euro provenienti dall’APQ – Beni Culturali del Por Calabria (delibera CIPE 20/2004). I lavori, aggiudicati per un importo di 361 mila euro alla LUFRACO srl di Rende, già per gran parte realizzati, prevedono la realizzazione di accesso al parco, recinzione, percorsi pedonali interni, guardiola e servizi, scavo archeologico, restauro, tettoie di copertura delle emergenze, pannelli didattici, analisi scientifiche e pubblicazioni.
L'Antiquarium archeologico - gestito dal gruppo Alybas - si arricchiesce di una nuova ala in cui saranno esposti alcuni reperti di epoca arcaica rinvenuti durante gli scavi di Campora S. Giovanni. L'inaugurazione che avverrà contestualmente ad una mostra dal titolo "Il Territorio di Temesa tra indigeni e greci" è prevista per il prossimo 25 luglio alle ore 18.
Alla manifestazione - che gode del patrocinio della Comunità Europea, della Provincia di Cosenza (assessorato alla Cultura), del Comune di Serra d'Aiello, della Sopraintendenza ai Beni Archeologici della Calabria, e del Gruppo Archeologico Alybas - parteciperanno Gregorio Aversa, funzionario responsabile della Soprintendenza Bsae; Gioacchino La Torre dell'Università di Messina; Fabrizio Mollo, archeologo e collaboratore della Soprintendenza; e Franco Froio, presidente del Gruppo Alybas.


Articolo pubblicato su "Martus Journal" del mese di agosto 2010


Stefano Carbone





Contributo fotografico a cura di Pino Bruno

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